Architettura I Fotografia I Cinema I Arte I Ingegneria I Lettere I Design | Narrativa
Collana fondata nel 2015 e diretta da Tiziana Campisi
(Ogni volume della collana è sottoposto ad un processo di peer review anonimo)
Comitato Scientifico
Paola Barbera, Rasa Bertašiute, Tiziana Campisi, Xavier Casanovas, Simona Colajanni, Giuseppe Di Benedetto, Fabio Fatiguso, Emilia Garda, José Laborda Yneva, Renata Morbiducci, José Carlos Palacios Gonzalo, Clara Piccirillo, Robert C. Pullar, Andrea Sciascia, Cesare Sposito, Gennaro Tampone (=), Calogero Vinci
Titolo: Terme e Bagni di Sicilia.
Caratteri di un’architettura specialistica
di Tiziana Campisi
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 528 - Colore
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-12-9
ISSN: 2499-3530
Euro: 38,00
Disponibilità: Immediata
Nel libro Eore diLa storia e le vicende degli stabilimenti termali i solani rintracciano elementi di originalità e specificità del tipo edilizio rispetto ad altre “architetture per il bagno”. Le terme si confrontano con tanti altri edifici che nel corso dei secoli hanno dovuto rapportarsi con il tema dell’acqua: stabilimenti di disinfezione e di cura, elio-idroterapici, bagni collettivi e lavatoi pubblici; emerge un quadro in cui esse non sfigurano, anzi, appaiono il cuore di molteplici attività pulsanti, un esempio da imitare e con cui relazionarsi.
Il racconto prende avvio dalle sorgenti e dai primordiali modi di effettuare le abluzioni, dall’analisi delle fabbriche di epoca romana ed araba, permanenze queste non solo archeologiche, ma talvolta nuclei fondativi dei nuovi stabilimenti sorti proprio sulle loro rovine. La ricerca bibliografica e archivistica ha consentito di reperire inedite informazioni documentarie e iconografiche utili a ricostruire la storia dei poli termali siciliani, il loro iter progettuale e le vicende costruttive più rappresentative: anche per il contesto siciliano si ravvisa una grande ricchezza di soluzioni adottate, l’estro creativo e la padronanza tecnica di capaci architetti e d ingegneri che seppero ora costruire, ora ampliare e migliorare le strutture esistenti.
Il passato si confronta con lo stato attuale, individuando quegli aspetti che fanno oggi delle terme un elemento di punta e di qualità, sia a livello turistico che di terapia medica, veri e propri fiori all’occhiello della wellness isolana. Storia della costruzione, legislazione, impiantistica e decorazione tratteggiano un quadro d’insieme utile al cono scienza di ciò che era e rimane delle strutture antiche, sottoponendo allo studioso e al tecnico, ma anche ai numerosi turisti ed avventori variegati aspetti degni di interesse, non ultimo quello attinente agli interventi di adeguamento e alle modalità di fruizione, interconnessi dal tema della valorizzazione del paesaggio, che tanto impreziosisce la nostra isola.
Veri e propri “frammenti” di Architettura e Tecnica, le terme siciliane rappresentano da sole microcosmi capaci di autonomia e sussistenza; viste nell’insieme, esse però costituiscono un sistema integrato, una “rete” capace di stabilire forti relazioni di interdipendenza, per somiglianza di alcuni tematiche e per la versatilità che esse offrono di collaborare all’unisono alla riqualificazione del territorio e alla ricchezza dell’offerta curativa. I frammenti, in tal senso, si ricompongono e restituiscono la visione dell’intero, la completezza del tutto, il prodigio della risorsa termale siciliana, quei caratteri di architettura specialistica che ci si propone di descrivere e raccontare.
Musiche per Film
Titolo: L’Arsenale di Palermo.
Vicende costruttive e progetti di riforma
a cura di Giuseppe Di Benedetto
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 160 - BN
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-23-5
ISSN: 2499-3530
Euro: 25,00
Disponibilità: Immediata
Esistono architetture le cui travagliate vicissitudini, se comprese in rapporto con la storia della città cui appartengono, finiscono per far assumere, alle stesse architetture, un ruolo emblematico e simbolico. Palermo, come e più di ogni altra città, si è alimentata per millenni di simboli spesso antitetici.
Il regio Arsenale di Palermo rappresenta una di queste effige urbane, una “fabbrica di navi” sorta-aspetto assai raro e singolare - in forma di palazzo ma che non fu mai tale, in stretta simbiosi con il processo di sviluppo del contesto dell’area portuale extraurbana nata inseguito alla creazione del cinquecentesco Molo Nuovo .Non soltanto, quindi, un’officina per la costruzione e la riparazione del naviglio militare, ma anche un’architettura la cui facies, sul piano iconologico, doveva allinearsi all’immagine regale della città quadripartita, generata dalla renovatio urbis di fine Cinquecento e inizi Seicento.
Il volume raccoglie conoscenze e dati fondati su fonti manoscritte che abbracciano un arco temporale che va dagli inizi del Seicento a tutto l’Ottocento, ricostruendo in maniera sistematica gli eventi costruttivi in rapporto alle dinamiche insediative extra-moenia legate alla costituzione del nuovo porto urbano, paragonando l’Arsenale palermitano ad analoghe architetture realizzate in contesti geografici di influenza politico-militare spagnola, in ambito italiano e del Mediterraneo in genere.
Titolo: Edifici storici ed efficienza energetica. Palermo come scenario di sperimentazione
di Enrico Genova
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 240 - Colore
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-29-7
ISSN: 2499-3530
Euro: 28,00
Disponibilità: Immediata
L’efficienza energetica è un requisito rilevante nel settore edilizio, ma i suoi limiti applicativi all’architettura storica sono oggetto di un interessante dibattito. Se un uso più efficiente e consapevole dell’energia è necessario per assicurare uno sviluppo sostenibile, anche il patrimonio storico, espressione della cultura artistica e tecnica del passato, può essere considerato risorsa non riproducibile, da salvaguardare per le future generazioni.
Questo libro, quarto volume della collana Trame di Architettura e Tecnica, tratta l’efficienza energetica degli edifici storici sotto due profili. A livello generale ne esamina l’intreccio con i principi della conservazione, con la disciplina del restauro, con le prescrizioni di tutela; ripercorrendo il fervente dibattito sul tema, propone una panoramica sui principali campi d’indagine della ricerca scientifica e sugli interventi di miglioramento energetico proposti per il patrimonio culturale.
Delineato un quadro d’insieme, il volume si sofferma sulla ricca e variegata architettura storica di Palermo, muovendosi tra la letteratura tecnica disponibile, il Piano Particolareggiato Esecutivo e il Manuale del recupero del centro storico.
L’approfondimento, che spazia dai componenti dell’involucro all’aggregato urbano, intende contribuire allo sviluppo di un quadro di conoscenze che integri il miglioramento energetico nelle buone pratiche del recupero e della conservazione degli edifici storici palermitani.
Titolo: Solai ad orditura metallica.
Per una storia della costruzione
di Giovanni Fatta
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 208 - BN
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-14-3
ISSN: 2499-3530
Euro: 25,00
Disponibilità: Immediata
Titolo: Nano, Smart and Composite Ma-
terials in Construction
di Manfredi Saeli
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 224 - BN
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-27-3
ISSN: 2499-3530
Euro: 29,00
Disponibilità: Immediata
Questo volume vuole rappresentare una occasione di riflessione su come questa nuova realtà, fortemente interdisciplinare, stia cambiando la pratica costruttiva attraverso l’uso di materiali compositi, nanostrutturati, multifunzionali ed intelligenti, allargando l’orizzonte della trattazione dall’ambito strutturale alle finiture, dalla nuova costruzione al retrofit e al restauro, dai sistemi energetici alla sensoristica, dimostrando, al contempo, il tentativo della ricerca e della progettazione di ottimizzare processi e sistemi di produzione, gestione e riuso.
Attraverso l’analisi delle così dette architetture nano, intelligenti, scultoree, biomimetiche e molecolari, intese quali nuove “modalità di progettazione” del XXI secolo, spesso mere esercitazioni accademiche, si percepisce, tuttavia, il forte interesse non solo di studiosi e teorici della progettazione e della tecnologia architettonica ma anche di professionisti ed istituzioni per un tema estremamente stimolante e con forti ricadute ed applicazioni concrete e sostenibili.
Titolo: Sistemi di coronamento e
smaltimento delle acque meteoriche.
La regola dell’arte dai trattati ai manuali
di Simona Colajanni
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 112 - BN
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-40-2
ISSN: 2499-3530
Euro: 25,00
Disponibilità: Immediata
Il saggio approfondisce gli aspetti storici e costruttivi dei cornicioni che, da elementi di protezione, possono divenire, a causa della propria forma, talvolta anche elementi di degrado e dissesto.
La struttura del testo del presente volume si compone di tre parti principali, presentando alcuni aspetti tecnici e questioni di non comune attenzione.
La prima parte analizza una disamina sui valori formali e materiali del cornicione; esso presenta, infatti, caratteri complessi e riassume, proprio per la doppia valenza di ornamento (coronamento dell’edificio) e componente funzionale (sistema di allontanamento delle acque meteoriche dalla facciata), le problematiche che derivano da esigenze formali e costruttive dell’involucro edilizio.
La seconda parte costituisce, invece, un repertorio di indicazioni per la corretta esecuzione dell’elemento architettonico realizzato a perfetta “regola d’arte”. È l’occasione per presentare un excursus di circa duecento anni sul tema, desunto da significativi trattati e manuali, che nel tempo hanno fornito regole e dettami “del buon costruire”, costituendo punti di riferimento per la costruzione storica.
La terza parte affronta, infine, gli aspetti legati al degrado che la forma del cornicione può produrre sulla facciata.
Attraverso l’individuazione di casi esemplari e la costituzione di un repertorio delle configurazioni formali che contribuiscono ai fattori di degrado più ricorrenti, si vogliono fornire indicazioni specifiche che consentano di ricondurre l’elemento tecnico ad una configurazione compatibilmente congruente con i suoi caratteri intrinseci e storici.
Titolo: Il Forte San Giacomo in Favignana.
I giardini segreti e lo spazio pubblico
di Manfredi Leone, Emanuela Garofalo e Ugo Brancato
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 112 - BN
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-41-9
ISSN: 2499-3530
Euro: 28,00
Disponibilità: Immediata
Favignana è la maggiore delle Egadi, il più occidentale degli arcipelaghi della Sicilia e fin dai tempi antichi rappresenta una porta di accesso da ovest alla Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo; prossima alle coste africane, è da sempre stata esposta alla minaccia di incursioni, conoscendo addirittura periodi di quasi totale spopolamento. Presidio difensivo e luogo di reclusione, nel tempo ha assunto la connotazione di luogo di passaggio, ma anche di luogo dove consumare una lunga permanenza forzata.
Una preziosa testimonianza di questo aspetto della storia dell’isola è offerta dall’ex-carcere, realizzato avvalendosi delle fabbriche storiche del Forte San Giacomo, una delle più rilevanti testimonianze di architettura militare di età moderna ancora esistente nel contesto siciliano. Seguendo le vicende dell’incastellamento nell’ambito dell’arcipelago e attraverso lo studio di cronache, relazioni manoscritte e dell’iconografia storica (XVI-XVII secolo), il volume racconta l’evoluzione del Forte, dal nucleo turrito quadrato con fossato alla conformazione stellare a sei punte, da cittadella militare (1686) a penitenziaria (XIX sec.), alla quale si è aggiunto il “muro Dalla Chiesa” (1973), che ne ha occultato la vista separandolo fisicamente dal centro abitato, nonostante ne costituisca un importante snodo urbano.
La dismissione delle funzioni penitenziarie del carcere di San Giacomo, dal 2011, e la collaborazione tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero di Giustizia, proprietario della struttura, e il Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Centri Storici (CIRCES) dell’Università di Palermo, hanno offerto l’opportunità di intraprendere uno studio del complesso architettonico e degli spazi di sua pertinenza, nell’ottica di una “restituzione” degli stessi spazi alla cittadinanza di Favignana per una libera fruizione pubblica, cercando di ricucire le relazioni spaziali tra la città e il manufatto.
Tra storia e progetto di paesaggio, gli autori propongono una ricostruzione delle vicende storiche del monumento e una possibile riconfigurazione della fabbrica e delle sue pertinenze.
Titolo: Le Segrete del Palazzo Reale di Palermo
di Valeria Brunazzi, Tommaso De Santis
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 120 - Colore
Dimensioni: 24x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-70-9
ISSN: 2499-3530
Euro: 28,00
Disponibilità: Immediata
Venticinque secoli di storia sono sedimentati nell’area occupata dal “Palazzo Reale” di Palermo, sorto sulla parte più elevata del promontorio che si estende tra i corsi d’acqua Kemonia e Papireto, lungo il limite occidentale della città antica. Roberto il Guiscardo vi costruì una forte rocca, la Contessa Adelasia vi trasferì la corte e la propria residenza, Ruggero e i suoi eredi la elessero a sede della corona. Un secolo d’intensa attività servì per ampliare e trasformare la fortezza erigendo edifici residenziali e di rappresentanza per i normanni. Dopo di loro, nessun episodio architettonico significativo è documentato fino al XVI secolo.
Sebbene gli studi sul “Palazzo dei Normanni” siano numerosi, la limitata accessibilità e la complessità dell’aggregato ne hanno impedito un’esaustiva conoscenza. La possibilità di un’assidua frequentazione dei luoghi ha consentito agli autori di mettere in atto strumenti d’indagine fondati su una lettura di tipo ermeneutico delle strutture, paragonate, parafrasando Victor Hugo, a un libro di pietra nel quale il Medioevo ha scritto una lunga pagina.
Gli autori prendono in esame l’area mediana del complesso occupata da un gruppo di ambienti, sconosciuti ai più, noto come le Segrete. È questa una parte di un più esteso e straordinario palinsesto entro cui è stato possibile individuare fasi costruttive distinte, celate fra gli interventi unificatori di straordinaria forza ed estensione che nel ‘500 stravolsero il carattere prevalentemente militare dell’insediamento. La lettura critica delle murature ha consentito di distinguere attività costruttive omogenee. Incongruenze strutturali e difformità materiche-dimensionali degli elementi lapidei sono state altresì utili ai fini dell’interpretazione delle varie parti del complesso. I dati ricavati, confluiti in schede appositamente predisposte, sono stati valutati e confrontati con i documenti d’archivio dell’attività di XVI secolo. Ciò ha reso possibile il riconoscimento di fasi di età bizantina, islamica e normanna confuse all’interno del più ampio impaginato di età moderna. Sono stati riconosciuti, inoltre, numerosi interventi che precedettero la realizzazione dell’Ala Maqueda. A corredo della ricca documentazione fotografica, le ricostruzioni tridimensionali forniscono una rappresentazione e una sintesi delle ipotesi avanzate.
Titolo: Il palazzo Merendino Costantino a Palermo. Architettura e Tecnica in un cantiere del XVIII secolo
di Tiziana Campisi
Collana: Trame di Architettura e Tecnica
Pagine: 216 - BN
Dimensioni: 23,5x22
brossura
ISBN: 978-88-98115-66-2
ISSN: 2499-3530
Euro: 28,00
Disponibilità: Immediata
Il palazzo Merendino Costantino occupa, all’interno del centro storico di Palermo, una posizione strategica nel Mandamento Castellammare, vista la sua immediata prossimità alla piazza Vigliena, detta anche Quattro Canti o Teatro del Sole.
Sorto sull'area preesistente di un primigenio nucleo palaziale, a partire dal XVIII secolo e per iniziativa della famiglia Merendino, fu ingrandito e migliorato nei suoi caratteri distributivi, funzionali e strutturali sotto la direzione dell’architetto Andrea Gigante. Assunse così quei caratteri architettonici identitari più vicini all'assetto consolidato di fabbrica palaziale tipica del secolo, che riflette la mirabile collaborazione tra la perizia tecnica di grandi architetti-ingegneri del tempo e una vasta categoria di maestranze specializzate, padrone della regola dell’arte.
Architettura e tecnica superarono così sfide costruttive, terremoti, l’arditezza della ricostruzione e anche il tema dell’aggiornamento tecnologico strutturale che consentiva una revisione del sapere. Questo processo nella storia costruttiva del palazzo raggiunse il suo apice con il contributo progettuale e la direzione dei lavori dell’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia, tecnico dei successivi proprietari quali la famiglia Costantino; tale passaggio di testimone risultò decisivo nel consolidare certezze pregresse e nel lanciare le fasi costruttive verso nuovi sistemi importati da altri Paesi, ritenuti allora "sperimentali e innovativi", oltre a implementare il già ricco apparato decorativo e finiture di pregio, in particolare di ambito spagnolo e francese, a titolo di esempio. Ne derivò un caleidoscopio di occasioni progettuali di estremo interesse che questo volume dettagliatamente descrive, potendosi avvalere di una dettagliata ricerca documentaria che, con vivezza di immagini e termini, restituisce interi capitoli di tecnologia dell’architettura, storia costruttiva e urbana, approcci progettuali, stili e culture della felicissima città di Palermo nei secoli XVIII e XIX, oltre ai tecnici e artisti coinvolti nel cantiere, come muratori, falegnami, calcinai, fabbri ferrai, maestri d’acqua, pavimentatori e fabbricanti di laterizi.
Il volume descrive la storia proprietaria sino al XX secolo, con il passaggio del palazzo e delle sue pertinenze alla famiglia Ferrara Ferranti, tracciando - dagli inizi alla fine - un racconto minuzioso lungo almeno tre secoli.